Città del presente e del futuro: un approccio inclusivo a favore di tutti, grazie anche alla tecnologia.

Una tecnologia che fa passi da gigante, una popolazione mondiale che invecchia a ritmo vertiginoso, e una progettazione urbanistica sempre più sensibile ad un approccio inclusivo.

Come cambieranno, o stanno già cambiando, le città per migliorare la qualità della vita delle persone con esigenze specifiche e, in particolare, con disabilità? Cosa si deve ancora fare?

Cambiamento di prospettiva nella progettazione urbanistica

Un approccio inclusivo nella progettazione delle città mira ad apportare dei benefici a livello collettivo. Gli spazi progettati, accessibili e inclusivi, sono capaci di rispondere alle esigenze di tutti i potenziali fruitori dell’ambiente.

Nell'immagine si vedono delle strisce pedonali colorate con i colori dell'arcobaleno e molte persone.

In passato, per la progettazione di una città, il riferimento standard era rappresentato da un soggetto specifico o categoria, che veniva quindi valorizzato a discapito di quella grande fetta della popolazione che, invece, presentava altri tipi di necessità non considerate.

Attualmente la progettazione inclusiva sta prendendo sempre più piede in tutto il mondo, anche se non tutti i modelli urbani progettati riescono a soddisfare questa esigenza. Necessità considerata sempre più rilevante a livello mondiale, è dovuta anche all’invecchiamento a ritmo molto elevato della popolazione nel mondo e, conseguenza di ciò,all’aumento di persone che presentano qualche forma di disabilità.

Demografia mondiale: alcuni dati

Di seguito, alcune stime dell’ONU di dicembre 2020.

Per quanto riguarda la demografia mondiale:

  • Nel 1960 il 5% della popolazione aveva un’età uguale o superiore a 65 anni.
  • Nel 2020 il 9% della popolazione nel mondo era over 65.

In merito alla disabilità:

  • 1 miliardo di persone nel mondo vivono con qualche forma di disabilità, ovvero si tratta di circa il 15% della popolazione mondiale.
  • Il 46% delle persone nel mondo di oltre 60 anni ha una qualche forma di disabilità, fenomeno spesso il fenomeno è legato all’età.

Nella foto sono presenti due persone in sedia motorizzata che si muovono in città.

Tecnologia per migliorare la qualità della vita

La tecnologia può rivestire un ruolo di grande supporto per tutta la popolazione, favorendo l’inclusione sociale e facilitare la vita delle persone con esigenze specifiche, rendendo più fruibili alcuni luoghi in base alle proprie necessità.

5 esempi di tecnologie utili a persone con mobilità ridotta e non vedenti:

  1. Sviluppo di app che mirano a collegare le infrastrutture e la connettività per le persone in sedia a rotelle. Nello specifico, AXS Map o Wheelmap sono state create per la progettazione e identificazione dei punti che facilitano o meno l’accesso alla carrozzina.
  2. Tecnologie per non vedenti, come, per esempio, Living Map. Utilizzata nel Regno Unito, ha lo scopo di digitalizzare il posizionamento, i percorsi e la geolocalizzazione.
  3. Distribuzione di una rete di marcatori elettronici in città. Inviano segnali tramite smartphone o a dispositivi digitali, come gli assistenti vocali virtuali. Grazie a questo tipo di soluzioni, una persona ipovedente può ricevere informazioni acustiche personalizzate oppure, tramite una vibrazione, informazioni relative alle diverse manifestazioni presenti in una città. Permette anche di far sapere se vi è un autobus o no vicino alle fermate.
  4. App che sincronizza i dati aperti della città con gli assistenti virtuali come Siri di Google e Alexa di Amazon. Sono dedicate alla mobilità.
  5. Eatability: applicazione incentrata su un sistema di valutazione dei ristoranti considerando i servizi di inclusione fisica, sensoriale e cognitiva offerti.

Autismo e tecnologia: il modello SweetWater Spectrum in California

Il modello SweetWater Spectrum in California è un esempio universale di adattamento architettonico e urbanistico. Questo quartiere è progettato e modellato considerando le esigenze fisiche e intellettuali dei suoi residenti. Le persone con autismo sono circondate da un ambiente in cui ogni spazio favorisce un senso di serenità, tranquillità e calma.

Strutture come queste sono esempi che mettono in luce il complesso intreccio tra temi quali: sostenibilità, l’inclusione sociale e implementazione urbana della tecnologia.

Questa inclusione richiede una visione più ampia del concetto di barriera  sia fisica che digitale, e dimostra che anche nella pianificazione urbana è sempre più necessaria una prospettiva più inclusiva.

Inclusione digitale: l’iniziativa “Smart Cities for all”

La Global Initiative for Inclusive Information and Communication Technologies (G3ict) ha lanciato “Smart Cities for all”, in collaborazione con istituzioni e imprese multinazionali.

Lo scopo è stabilire e definire le priorità dell’inclusione digitale a livello globale.

Alcuni numeri:

  • Il 60% degli esperti a livello globale ritiene che le smart cities (città intelligenti) stiano “fallendo” in merito alla popolazione che presenta delle disabilità;
  • Negli Stati Uniti, il 23% delle persone con disabilità non utilizza mai internet.
  • Promuovere la crescita inclusiva dell’ICT (Information and Communications Technology) è un elemento fondamentale.

Fonte “HOW CAN CITIES IMPROVE THE QUALITY OF LIFE OF DISABLED PEOPLE?” di https://tomorrow.city

 

Scroll to Top