Quando le tue gambe sono stanche cammina con il cuore

Via degli Dei: in montagna siamo tutti uguali?

Otto giorni a piedi lungo la Via degli Dei: da Bologna a Firenze, passando attraverso l’Appennino Tosco Emiliano.  Una via inclusiva,  rivolta anche a ipovedenti e non vedenti,  che vogliano percorrere a piedi 123 km in otto giorni. 

Tre motivi buoni per cui dovresti leggere questo articolo:

  • Perché sei d’accordo con chi dice che è sempre meglio pensare con i piedi
  • Perché è così che nascono le idee migliori e incredibili
  • Perché non sai cosa fare nel tempo che risparmi in quaranta minuti di treno 

Tre buoni motivi per NON leggerlo:

  • Hai sempre solo quaranta minuti di tempo
  • Non ti incuriosiscono le idee che partono e trovano la loro strada
  • Viaggiare lentamente non ti interessa e comunque hai sempre solo quaranta minuti

Via degli Dei – Ottobre 2018

Era l’ottobre del 2018.

Convinta da un amico, avevo deciso di tentare la Via degli Dei, rincorrendo il sogno di partire a piedi da Bologna e arrivare a Firenze attraverso gli Appennini, la strada misurata in “giorni di cammino” quando invece il treno più veloce ci impiega meno di 40 minuti.

Eravamo alla penultima tappa. Il nostro gruppo, di età e provenienze diverse si era sparpagliato per la pausa pranzo.  

Chi si era buttato a terra senza far troppi complimenti, chi aveva appoggiato la schiena e lo zaino a un albero, chi aveva fatto lo sforzo di sedersi su un muretto poco più in alto. 

Tutti eravamo, senza differenze, felicissimi e stanchi. 

Le salite nelle gambe si erano fatte sentire già i primi giorni, con i portici infiniti che conducono a San Luca, poi il Monte Adone aveva contribuito a dare il colpo di grazia alle insicurezze. E mancava ancora la tappa tosta (che ne riunisce potenzialmente due): San Piero a Sieve-Firenze. 

Nel silenzio (insolito, eravamo sempre ciarlieri anche in cammino) quella frase che avevamo ascoltato pochi minuti prima sembrava esser rimasta ancora lì con il suo eco: “sapete che una settimana fa un’altra guida ha portato qui con dei volontari un gruppo di ragazzi non vedenti?”

“Ma intendi che han percorso una parte di sentiero?” aveva chiesto timidamente uno di noi, quasi sottovoce.

“No, hanno fatto esattamente la vostra strada, l’intero percorso, solo in più giorni. Ma sempre 120 km in appennino, chilometro più o chilometro meno.”

Click.

Mentalmente e senza parlarci avevamo riavvolto a nastro pensieri e immagini: le salite, la strada romana con il suo acciotolato come i sentieri e i passi in cui avevamo dovuto fare più attenzione. Il fango, l’acquazzone schivato per un filo.

“Il progetto iniziale è piaciuto, lo stanno ripetendo ogni anno”

Ormai volevamo saperne di più, eravamo troppo curiosi e avevamo inondato la nostra guida di domande.

Non se ne occupava lui, ma un’altra professionista che collabora con la stessa agenzia, Appennino Slow che, non lo sapevamo, tra i suoi progetti aveva iniziato a inserire anche dei “viaggi accessibili”.

Il progetto ha un nome evocativo: In montagna siamo tutti uguali.

Di cosa si tratta? 

Lo si legge dal loro sito.

Otto giorni a piedi lungo la Via degli Dei, da Piazza Maggiore (Bologna) a Piazza della Signoria (Firenze) passando attraverso l’Appennino Tosco Emiliano. 

La particolarità è il suo esser rivolto a ipovedenti e non vedenti, che siano disposti a percorrere a piedi (con una condizione fisica adeguata) 123 km in otto giorni.

Diversi i premi e i riconoscimenti, dal MiBact (Ministero dei Beni Culturali e Turismo) per finire con  Invitalia come progetto innovativo per la promozione delle aree montane. 

Appennino Slow si avvale per questa iniziativa di collaborazioni con associazioni nell’ambito delle disabilità sensoriali, che hanno fornito preziose indicazioni e consulenza. 

Paesaggio della via degli dei al tramonto
Via degli Dei al tramonto

Ma la domanda iniziale qual era?

Perché sporcare gli scarponi quando un treno ti può portare comodamente in meno di 40 minuti esattamente dove vorresti andare?

Perché probabilmente senza quella terra e quelle soste imposte dalla fatica non sarebbe nata agli ideatori del progetto nessuna domanda. Non sarebbero state aperte altre “strade”, non se ne sarebbe sentita l’esigenza. 

Perché deve esser proprio vero che, parafrasando i grandi, “le idee migliori nascono camminando” e chi quell’idea l’ha gettata, per la prima volta, nero su bianco, probabilmente quel viaggio almeno una volta nella vita non l’ha fatto in treno.

“Il viaggiatore più veloce è colui che va a piedi”. Henry David Thoreau

“Sono allarmato quando succede che ho camminato  un paio di chilometri nei boschi solo con il corpo, senza arrivarci anche con lo spirito”. Henry David Thoreau

 

*Articolo a cura di Chiara Angeli

Scroll to Top